CHIESA CONVENTO

castelvecchio subequo [AQ]

il territorio

Raccolto su uno sperone di roccia, in un territorio aspro e montuoso che ha modellato nei secoli, attraverso il duro lavoro nei campi, la nostra gente, sorge a 500 metri s.l.m. Castelvecchio Subequo in provincia de L’Aquila. Un paese di piccole dimensioni che si apre a guisa di palcoscenico sulla sottostante valle e che conserva il suo passato architettonico di borgo medioevale, caratterizzato da importanti elementi storici, artistici e culturali, da un rilevante patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi oltre ad emergenze archeologiche.
Nella parte più alta si trova, oltre alla Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista (Parrocchia), l’imponente “Palazzo Castellato” con porta medioevale appartenuto ai Conti di Celano che sovrasta, controlla e difende tutto l’abitato del centro storico. Da evidenziare anche la presenza di altri palazzi di pregio quali: Palazzo Ginnetti-Lucchini, Palazzo Valeri, Palazzo Angelone, Palazzo Mascioli-Tesone. Nella parte centrale del paese risalta il palazzo medioevale con bifore “Palazzo Giorgi” e vestigia di antichi portici. Domina sull’intero abitato il complesso monumentale francescano fondato dal Santo di Assisi, costituito da Chiesa, Convento Chiostro risalenti al XIII secolo.

500

Metri slm

958

popolazione

19,29

Kmq superficie

La Storia

Tra il 1215 e il 1216 Frate Francesco di ritorno da Roma, dove aveva partecipato al Concilio Lateranense IV e dopo aver fatta breve sosta presso Carsoli, a Celano e a Piscina, arrivò e si fermò in questa amenissima Vallata Subequana, ospite gradito dei Conti dei Marsi a Gagliano. La tradizione giunta sino a noi informa che affacciandosi da una finestra del loro magnifico castello egli si indugiò ad ammirare il panorama incantevole delle montagne intorno e della Vallata stessa, verde come la sua Umbria nativa, ubertosa e tranquilla. Come rapito in estasi divina, il Serafico Frate, indicando al Conte che gli era vicino la bellezza della sottostante contrada e poi più precisamente la non lontano chiesetta di Santa Maria a piè di Potano, sita tra il verde, a sinistra del Castello a cavaliere della distrutta Città di Superaequum, con accento concitato e pieno di santa convinzione, esclamò: “Ecco il punto prediletto, ecco il luogo dove vuole il mio Signore che vada a fondare un nuovo Convento”.

Ecco il punto prediletto, ecco il luogo dove vuole il mio Signore che vada a fondare un nuovo Convento.”

San Francesco

Il Conte Rinaldo senza alcuna esitazione, poiché aveva ben compresa la grandiosa portata di quelle fatidiche parole, gli fece dono graziosissimo non solo della Chiesetta, ma del terreno altresì che vi era annesso. Frate Francesco lietissimo della ricevuta concessione, si recò premuroso sul posto, preceduto dalla fama della sua santità, vi fu accolto festosamente dalla autorità e dal popolo come un secondo Messia in terra. Appena giunse, così continua la tradizione, entrò nella Chiesetta e si fermò a pregare presso la porticina della nicchia nella parte dell’Epistola, che fu poi riguardata con grande devozione da tutti i fedeli. Così sorse il “locus sancti Francisci” a Castelvecchio Subequo, “in situ ab ipso Comite de Celano donato Francisco Assisiensi illuc transeunti”. Risale agli inizi del XIII la primitiva chiesetta di Santa Maria (che fin dal 1144 figurava tra i beni del Conte Rainaldo) con un pezzo di terreno annesso per fabbricarvi un convento minoritico. Da un manoscritto antico si apprese che nella detta Cappella, dove nella tomba dei Signori di Celano fu tumulato Ruggerone Conte dei Marsi, frate Minore morto a Gagliano il 27 febbraio 1387, furono liberati molti indemoniati e guariti non pochi sofferenti di mal caduco. Essa era chiusa con cancello a chiave, non era lecito a tutti il penetrarvi, e i Frati stessi, in segno di grande rispetto, non vi entravano che a piedi scalzi.